Austerità corrotta

La rappresentanza si è messa più che mai al servizio del denaro, dell’economia finanziaria ancor più ch degli interessi radicati nell’economia reale. Con ciò è diventata dipendente coartata a subire le scelte strategiche del capitale finanziario, costretta a tagliare continuamente la spesa pubblica nel modo più irrazionale e secondo le convenienze di interessi forti, e infine la stessa vita politica è stata inquinata dal fiume di denaro derivante da transazioni occulte con il mondo degli affari

Così Carlo Donolo su Lo Straniero. Come a dire che la corruzione della politica non è che il rovescio della medaglia dell’austerità dettata dai mercati finanziari.

Si è arrivati a questo con il progressivo logoramento del parlamentarismo, fondato sulla rappresentanza di interessi particolaristici la cui mediazione istituzionale è ben lontana da un qualsivoglia interesse generale, anche a causa del carattere oligopolistico del mercato politico. Tale specializzazione – prosegue Donolo –  ha costretto i partiti politici a venire a patto con interessi forti, mettersi al loro servizio e alla fine dipenderne anche finanziariamente, rendendoli così intoccabili. Alla fine la volontà popolare è costretta a esprimersi dentro coordinate sempre più strette e obbliganti, dove la convergenza al centro, anziché rincorsa del ceto medio o dell’elettore mediano, è convergenza a restare dentro i paletti fissati dal predominio dei poteri finanziari nazionali e internazionali.

Carlo Donolo, Un futuro possibile per la democrazia, Lo Straniero 150/151 2012

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